Freccia-sx4.jpg (2157 byte)     La 25ª ora

Note

Titolo originale: 25th hour
Nazione:  Usa
Anno:  2002
Genere:  Drammatico
Durata:  134'
Regia:  Spike Lee
Cast:  Edward Norton, Barry Pepper, Philip Seymour Hoffman, Rosario Dawson, Anna Paquin

Trama
Monty Brogan ha le ore contate. Infatti deve passare sette anni in prigione è ha 24 ore di tempo per recuperare i rapporti perduti. , "La 25ª ora" è il primo film pensato e scritto dopo la tragedia dell'undici settembre. Montgomery Brogan (Edward Norton), condannato per spaccio di stupefacenti, girovaga per la città nelle ultime sue ventiquattro ore di libertà prima di doversi recare, il giorno successivo, in un penitenziario per scontare sette anni di prigione. Brogan, nelle sue ultime ventiquattr'ore, è alla ricerca di risposte alle molte domande che gli affastellano la mente. Chi è stato a tradirlo con la narcotici? Perché non ha studiato legge all'università? Perché non ha mollato tutto sei mesi prima, riciclando tutti i soldi già guadagnati in qualche redditizio fondo di investimento? Come sfuggire alla terribile sorte che lo attende in galera? Domande che rimangono tali negli occhi amareggiati del padre, nelle pieghe del magnifico corpo di Naturelle, la sua ragazza, nell'espressione di compatimento dei suoi amici di infanzia Jacob e Francis. Risposte che, forse, trova solo nello sguardo duro e minaccioso di Zio Nikolai, il mafioso russo per il quale Brogan spacciava la merce. Domande e risposte che rimbalzano nei dialoghi degli amici di Brogan che finiscono per fare propri gli interrogativi e le ansie dell'amico.

Commento
Il titolodel film definisce in maniera chiara il tempo del racconto: 24 ore, allo scadere della quale dovrà scoccare l’ora fatale. Questo tempo del racconto ha una valenza simbolica ), specialmente se il tempo del racconto è molto stretto (richiama altri film: I tre giorni del Condor, Mezzogiorno di fuoco, Cleo dalla cinque alle sette. Anche Ulisse di  James Joyce racconta la storia di un uomo che gira per Dublino per 24 ore;  tra questo libro e il film ci sono moltissime analogie)
Quella giornata  che riassume tutta la vita del protagonista si svolge tutta  a New York, che è non solo il simbolo dell’America, ma anche il simbolo della civiltà occidentale. Se teniamo presente  questo capiamo che questa non è una storia di un uomo particolare particolare, ma una storia universale
Questo film non è dunque un banale racconto di cronaca, ma è un racconto costruito in modo da essere un racconto universale, che ci riguarda un po’ tutti; non a caso nella seconda sequenza del film, quella dei titoli di testa (la prima è il prologo), il regista ci fa vedere il luogo delle due torri cadute nella  tragedia dell'undici settembre (un fascio di luce sostituisce le due torri che non ci sono più). È vero che il luogo è New York, ma questo film parla dell’occidente, della civiltà dell’occidente, della vita di ciascuno di noi, del senso e del significato della vita di ciascuno di noi. Dietro il vagabondaggio del protagonista in queste 24 ore Questo film è da molto ritenuto il migliore del 2003.
Il regista Spike Lee  (a volte anche attore) è afro-americano, cioè un regista di colore, che qui  per la prima volta sceglie come protagonista di un suo film un uomo bianco. Aveva esordito con un film brillante, intitolato Lola Darling;  di lui i critici avevano scritto che era nato il  Woody Allen di colore. Poi invece il cinema di Spike Lee diventa un cinema crudele, feroce, aggressivo (Fai la cosa giusta,  racconto la violenza di una società che non sa più amministrarsi, non sa più contenersi, che non sa più controllarsi). In questo film manca questa ferocia. Il racconto è dolente,  ma ci appare composto, quasi classico. Non poteva che essere così per un film che non vuole parlare solo dell’America e della società americana, ma  vuole parlare del destino dell’uomo e del senso di questo destino.
Il film è giocato quasi tutto  sullo sguardo del cane (la macchina da presa è al livello del cane, le inquadrature sono inquadrature soggettive dal punto di vista del cane). La prima sequenza, il prologo del film,  che ci dà la leggenda del “buon samaritano”, una delle poche buone azioni che vengono compiute  nel film,  è raccontata attraverso lo sguardo dell’animale. Anche questo è un simbolo forte nel linguaggio  cinematografico, nella tradizione del cinema: quando il racconto viene visto attraverso l’occhio di un animale è sempre un racconto sconsolato, pessimista, come a dire che la condizione umana è inferiore, più dolente, più dolorosa di quella dell’animale.  -  ( si veda: a) il film di Bresson  Au hazard balthazar : tutta la vicenda è vista con gli occhi di un asino, l’asino sembra possedere nel suo sguardo una saggezza e marca una distanza da una condizione, quella umana,  che gli sembra ancora più piagata della sua – b) il film di Chaplin: Il circo: anche qui tutta la vicenda è guarda attraverso l’occhio di un animale: ora l’occhio di un cavallo, ora l’occhio di aggressive scimmiette). Se un film porta in sé lo sguardo di un animale vuol dire che il suo racconto sarà pessimista, sconsolato Ci viene in mente  Il canto notturno di un pastore errante nell’Asia del Leopardi, dove la condizione umana viene vista inferiore a quella degli animali, più sofferta, perché l’uomo è dotato di coscineza. Il cane su cui si pare il film fa venire in mente un altro cane su cui si apre il film, degli anni 50, Il posto della fragole di Bergman: anche lì c’è un prologo, anche lì si racconta un viaggio che dura una giornata; però il cane (una cagna, per la verità, gravida per giunta) ,che è vicino al professore in quel viaggio di una giornata,  passerà dall’egoismo ad un primo timido altruismo, ad un primo timido senso dell’altro. In questo film  invece c’è un cane ferito: Spike Lee sembra dire che non solo lo sguardo animale ci porta dentro al racconto, ma  che questo animale è un animale ferito.
Apparentemente il film non è nuovo; non è la prima volta che vediamo raccontare nel cinema americano la fine del sogno americano, la fine dell’innocenza americana: il sogno americano  che ha accompagnato la storia degli Stati Uniti, dall’origine fino agli anni 60. L’America si credeva innocente e per questa innocenza assoluta si sentiva salvifica; è con questa logica che interviene nella prima e nella seconda guerra mondiale. Un intellettuale americano, Thomas Merton, un frate trappista, scriveva in un suo libro che “l’America è un paese che si è creduto a lungo senza peccato originale”. Dove avviene la scoperta  di avere il peccato originale? Merton  (e anche tanto cinema americano: Apocalypse Now) ci  dice che  questa scoperta avviene nelle risaie del Viet Nam, dove questo popolo  sempre vincitore,  presunto salvatore, si accorge di avere sopra di sé una macchia, un peccato originale. Nei film americani degli anni 60 (Piccolo grande uomo, Soldato blu) non c’è più l’America innocente delle grandi mitologie, c’èl’America dolente, che scopriva il proprio passato e che scopriva che il sogno non era più praticabile. Qual è questo sogno? Il sogno che racconta il padre alla fine di questo  film:  il padre parla di  un lieto fine, (cioè il sogno americano): “non importa, si può ricominciare daccapo, faremo un viaggio, non sai quanto è grande l’America, l’America è un paese meraviglioso, andiamo ad ovest, verso gli spazi aperti – la mitologia western). Il padre alla fine è il diavolo tentatore nel deserto, tenta il protagonista, gli dice “scappiamo”, cioè lo invita a tornare a sognare: “non è vero che non siamo più innocenti, si può ricominciare”. Ma il padre è un diavolo tentatore e proprio  per questo con quel personaggio/padre  il regista vuole dirci che quel sogno non è più praticabile: bisogna accettare la propria pena, bisogna andare in galera, il viaggio non porta alla Terra Promessa, negli orizzonti sconfinati del west, ma in uno spazio schiuso, nel carcere, un tomba. Il viaggio  reale descritto nel film ha invece la dimensione della Via Crucis.  Anche nel film di Martin Scorsese Gangs of New York vediamo che  la civiltà americana non nasce nell’innocenza, ma nasce dalla violenza dalla barbarie; in quel film, che pure denuncia la fine del sogno americano, c’è un mito che continua ed è il mito dell’individuo, della forza dell’individuo, della capacità redentive dell’individuo: l’America può essere sporca, può aver perso la propria innocenza, ma l’individuo ha ancora davanti alla salvezza. Questo film  invece aggiunge un appunto nuovo e sconsolato: “no, non c’è salvezza nemmeno per l’individuo, se crolla una civiltà,  se crolla una società (le due torri), crolla anche l’individuo, se non c’è speranza per la storia non c’è speranza nemmeno per l’individuo. È questa la durezza del film
Il protagonista  in qualche modo  vive dentro una sua  Via Crucis,  è una figura cristologica (un uomo tradito e venduto , la croce finale che vediamo sulla strada dentro il sogno del padre, il tema del deserto, il pestaggio finale equivalente ad una flagellazione, il padre come diavolotentatore). Certo è un Gesù rovesciato; per lui non c’è nessuna redenzione (quando Monty Brogan va in bagno durante la visita al padre davanti allo specchio lancia le contro-beatitudini; invece di “Beati quelli…”, dice “Maledetti…”). Sta in questo rovesciamento la disperazione del film.
È tutto negativo questo film?  Il fatto che il protagonista non si rifugi più nel sogno e accetti la perdita dell’innocenza, si assuma la colpa e quindi accetta la pena è un fatto positivo

Cleo dalle 5 alle 7
Anno: 1962 - Origine: Francia / Italia - Durata: 90' - Genere: drammatico -Regia: Agnès Varda – Cast: Antoine Bourseiller, Michel Legrand, Corinne Marchand, José-Luis de Villalonga
Cléo è una cantante che ha condotto la sua vita senza porsi troppi problemi, viziata e vezzeggiata da quelli che la circondano. Le 2 ore del titolo sono quelle che precedono la consegna dei risultati delle analisi che le riveleranno se è affetta o no dal cancro. Al di là della prodezza tecnica (l'equivalenza tra il tempo del film e il tempo dell'azione), quest'ammirevole dramma intimista indaga sulla trasformazione della psicologia di una donna che esce dall'egoismo e dalla frivolezza per aprirsi alla vita, interessandosi agli altri. Bel commento musicale del trentenne M. Legrand e bellissima la canzone "Sans toi".

Mezzogiorno di fuoco
Anno: 1952 - Origine: Stati Uniti d'America - Durata: 84' -  Regia: Fred Zinnemann – Cast: Gary Cooper, Lloyd Bridges, Grace Kelly, Harry Morgan, Thomas Mitchell, Katy Jurado, Lon Chaney, Lee Van Cleef
Appena sposato, uno sceriffo si dimette, ma riprende la stella per affrontare, solo e senza l'aiuto di alcuno, quattro banditi con cui ha un conto in sospeso. Dopo averli eliminati, riparte con la moglie. Per sempre. Monumento e leggenda del western. L'ingegneria narrativa e il rigore formale s'accompagnano a un certo schematismo delle psicologie e della tesi. Prodotto da Stanley Kramer, scritto da Carl Foreman, ispirato al racconto The Tin Star di John Cunningham. 4 Oscar: G. Cooper, montaggio, musiche, e alla canzone del titolo di D. Tiomkin, cantata da Frankie Laine che era stata lanciata da Tex Ritter.

I tre giorni del Condor
Anno: 1975 - Origine: Stati Uniti d'America - Durata: 117' - Regia: Sidney Pollack – Cast: Faye Dunaway, Max von Sydow, Cliff Robertson, Robert Redford, Carlin Glynn, John Houseman
Un ricercatore della CIA è l'unico superstite di una sezione di New York dell'organizzazione, sterminata da un gruppo di sicari. Con l'aiuto di Kathie sfugge agli assassini che lo braccano e scopre che dietro al complotto si nasconde la CIA stessa, un suo settore deviato. Dal romanzo di James Grady I sei giorni del Condor, sceneggiato con brio da Lorenzo Semple Jr. e David Rayfield, è un ottimo film d'azione, sostenuto da una suspense di timbro hitchcockiano, da dialoghi ficcanti e soprattutto da una scrittura registica di ammirevole vigore e rigore che fa passare le inverosimiglianze e i passaggi enigmatici dell'aggrovigliata vicenda. Troppo programmatica la denuncia delle storture della CIA? Dipende dai punti di vista.

Lola darling
Anno: 1986 - Origine: Stati Uniti d'America -  Durata: 84' - Regia: Spike Lee – Cast: Spike Lee, Tommy Redmond Hicks, John Canada Terrell, Tracy Camilla Johns, Joie Lee, Raye Dowell
Nera, bella, con tre uomini, Lola è una ragazza indipendente e disinibita. Tenta invano di stabilire un amichevole ménage à quatre, ma ogni uomo la vorrebbe solo per sé. Opera prima a basso costo di S. Lee, è una commedia libertina e tutta black, girata in bianconero con una sequenza a colori. Descrive il quadro di una piccola comunità nera senza demagogia. Belle le musiche di Bill Lee, padre di Spike.

Fa la cosa giusta
Anno: 1989 - Origine: Stati Uniti d'America - Durata: 120' - Regia: Spike Lee – Cast: Spike Lee, Frankie Faison, Richard Edson, Samuel L. Jackson, Ossie Davis, John Turturro, Rosie Perez, Danny Aiello, Ruby Dee, John Savage
La calura è il tessuto connettivo di un'azione che si svolge dall'alba alla notte di una torrida giornata estiva sulla Bedford-Stuyvesant a Brooklyn, ha il suo epicentro in una pizzeria, il suo riferimento in una stazione radiofonica e si risolve in uno scoppio di violenza. E il 3° e il più maturo film di S. Lee: costruzione drammaturgica di ammirevole compattezza e ritmo, acuta analisi sociologica del calderone etnico nordamericano, un lucido discorso antirazzista che non indulge alla demagogia né ai buoni sentimenti, una colonna musicale (di Bill Lee, padre di Spike) di forte suggestione, affetto e rispetto per i personaggi.

Gangs of New York
Titolo originale:  Gangs of New York - Nazione:  Usa/Germania - Anno:  2002 - Genere:  Drammatico - Regia:  Martin Scorsese - Cast:  Leonardo DiCaprio, Cameron Diaz, Daniel Day-Lewis, Liam Neeson, Henry Thomas, John C. Reilly, Jim Broadbent
Nella New York della seconda metà del 1800, Amsterdam Vallon (Leonardo Di Caprio) vuole sfidare Bill Poe (Daniel Day-Lewis) per vendicarsi della morte del padre da lui ucciso. Dopo un'apertura shock, in cui le gang si scontrano e si massacrano senza esclusione di colpi, rincontriamo il giovane "Amsterdam" (Leonardo di Caprio) sedici anni dopo in cerca di vendetta; suo padre il reverendo Vallon è stato ucciso durante gli scontri da Bill il Macellaio (Daniel Day Lewis). Reinseritosi nella comunità di Five Points, dove la legge ufficiale è solo un'utopia e l'unica che conta è quella del più forte, Amsterdam inizia una lenta, ma inarrestabile scalata al potere diventando il braccio destro di Bill con il preciso intento di ucciderlo proprio durante la celebrazione della vittoria ai danni di suo padre.

Apocalypse Now
Anno  1979 – Durata . 153’ - Origine:  USA - Genere:  guerra/azione/drammatico/avventura - Regia:  Francis Ford  Coppola – Attori:  Marlon  Brando, Robert  Duvall, Dennis  Hopper, Martin  Sheen, Harrison  Ford
A Saigon, durante la guerra in Vietnam il capitano dei corpi speciali Benjamin Willard riceve dai superiori l'ordine di trovare ed eliminare il colonnello Walter Kurtz che - uscito con i suoi soldati dai ranghi dell'esercito americano - sta combattendo una guerra personale ai confini fra il Vietnam e la Cambogia. Scortato da alcuni uomini, Willard risale un fiume a caccia del colonnello. Dopo varie peripezie il capitano individua Kurtz all'interno di una sorta di reggia-tempio protetta dalla vegetazione e da numerosi indigeni armati. Willard non sa che fare, ma è lo stesso Kurtz che lo induce ad eseguire la condanna.

Soldato blu
Anno: 1970 - Origine: Stati Uniti
d'America - Durata: 112' - Regia:
Ralph Nelson – Cast: Donald Pleasence, Peter Strauss, Jorge Rivero, Candice Bergen, John Anderson
Dal romanzo Arrow in the Sun di Theodore V. Olsen: un soldato federale, scampato a un micidiale attacco dei pellerossa, e una ragazza che ha vissuto con i Cheyenne assistono al massacro di Sand Creek del 1864, compiuto dalle giacche blu, nel quale morirono cinquecento indiani fra cui donne e bambini. Aperto e chiuso con un massacro, è un western violento che denuncia l'inferno violento delle guerre indiane, nascondendo le sue ambizioni di apologo sul Vietnam. E famoso, o famigerato, per la truculenta carneficina conclusiva che non esclude stupri né evirazioni. Le copie in circolazione sono spesso alleggerite dei particolari più raccapriccianti.

Piccolo grande uomo
Anno: 1970 - Origine: Stati Uniti d'America - Durata: 147' - Genere: drammatico - Regia: Arthur Penn – Cast: Dustin Hoffman, Chief Dan George, Faye Dunaway, Jeff Corey, Aimee Eccles, Richard Mulligan, Martin Balsam
Dal romanzo di Thomas Berger, sceneggiato da Calder Willingham: all'età di 121 anni Jack Crabb racconta la sua vita avventurosa nel West; come nel 1859, decenne, fu rapito dai pellerossa con la sorellina e, ritornato giovanotto tra i "visi pallidi", imparò i principi religiosi da un pastore e il sesso da sua moglie, fino alla sua partecipazione alla battaglia di Little Big Horne. Western anomalo e, in un certo senso, unico, ha qualcosa del racconto filosofico francese del Settecento (non lontano dal Candide di Voltaire) e del romanzo picaresco spagnolo. La smitizzazione del West e dei suoi miti (bianchi) è radicale nella sua continua (e un po' prolissa) mistura tragicomica; la simpatia per i pellerossa, il rispetto per la loro cultura, la denuncia del loro genocidio non scadono quasi mai nel (melo)dramma didattico. Hoffman allo zenith del suo fregolismo istrionico.

Il posto delle fragole
Anno: 1957 - Origine: Svezia - Durata: 91' - Regia: Ingmar Bergman – Cast: Max von Sydow, Bibi Andersson, Victor Sjostrom, Gunnar Bjornstrand, Folke Sundquist, Ingrid Thulin

Un vecchio medico parte in auto con la nuora, carica una coppia di autostoppisti, va a trovare la vecchissima madre, arriva all'università di Lund dove si festeggia il suo giubileo, il 50 anniversario della sua attività professionale. Alle vicende del viaggio si alternano sogni, incubi, ricordi che si fanno parabola sulla morte nascosta dietro le apparenze della vita. "... non avevo capito che V. Sjostrom si era preso il mio testo, l'aveva fatto suo e vi aveva immesso le sue esperienze... Si era impadronito della mia anima nella figura di mio padre e se ne era appropriato..." (I. Bergman). E, forse, il più alto risultato di Bergman negli anni '50. Orso d'oro al Festival di Berlino 1958 e molti altri premi. Il grande regista e attore Sjostrom (1879-1960) morì 3 anni dopo le riprese.

Il circo
Anno: 1928 - Origine: Stati Uniti d'America - Durata: 72' - Regia: Charles S. Chaplin – Cast: Charles S. Chaplin, Allan Garcia, Merna Kennedy
Disoccupato, inseguito da un poliziotto, Charlot trova rifugio e lavoro in un circo come clown (involontario) e s'innamora della cavallerizza. Pur nella ricchezza delle invenzioni comiche (Charlot sulla corda, assalito dalle scimmie; il baraccone degli specchi, ecc.), appare un riepilogo di motivi già sfruttati, ma approfondisce, con tristezza struggente, la dimensione sentimentale del suo personaggio di reietto. ("Un debole omino calpestato/ da Los Angeles a qui/ recita attraverso gli oceani..." V. Majakovskij.) Quando, però, il film che lo stesso autore non teneva tra i suoi più riusciti ritornò in circolazione negli anni '60, in una nuova edizione musicata dallo stesso Chaplin, esso incantò un'altra generazione di spettatori. Non a caso Federico Fellini lo adorava.

Au hasard Balthazar
Anno: 1966 - Origine: Francia - Durata: 90' - Regia: Robert Bresson – Cast: Francois Lafarge, Pierre Klossowski, Philippe Asselin, Anne Wiazemsky
Vita, patimenti e morte dell'asino Balthazar, vittima della malvagità umana nella campagna francese, in parallelo con l'esistenza, altrettanto infelice, di Maria, la sua prima padroncina. Una delle vette del cinema, e della visione pessimistica del mondo e dell'umanità, di Bresson che ha come punti di riferimento letterario Bernanos e Dostoevskij: è un mondo senza la Grazia osservato dall'occhio obiettivo di un asino; una riflessione cristiana (giansenista?) sull'esistenza del male; un viaggio sconvolgente attraverso i vizi umani narrato con un linguaggio spoglio e una concretezza che lascia parlare la realtà (le sue immagini) senza emettere giudizi. Lo scrittore Klossowski v'interpreta il mercante di grano. Esordio di A. Wiazemsky, futura interprete di Godard.

Spike Lee
Filmografia
Ten minutes older - the trumpet  - Anno 2002 (Regia con  Wim Wenders , Chen Kaige , Jim Jarmush , Victor Erice , Aki Kaurismaki)
La 25a ora -  Anno 2002
Bamboozled  - Anno 2000
He Got Game  - Anno1998  (anche sceneggiatore)
Girl 6 - Sesso in linea  (regista,attore) Spike Lee  01 gennaio 1996 (anche attore)
Bus - In Viaggio  -Anno 1996
Quando eravamo re - Anno1996 (solo attore)
Clockers  -Anno 1995
Crooklyn  Anno1994 (anche attore)
Malcolm X  - Anno1992 (anche attore)
Jungle Fever  - Anno 1991 (anche attore)
Mo' Better Blues - Anno1990 (anche attore)
Fa' la cosa giusta - Anno 1989 (anche attore)
Aule turbolente - Anno 1988 (anche attore)
Lola Darling  - Anno1986 (anche attore)

Ulisse di  James  Joyce
James Joyce
James Joyce (1882 – 1941), scrittore irlandese, una delle più significative figure della letteratura europea del XX sec. Opere: Gente di Dublino, Ritratto dell’artista giovane, Ulisse

L’Ulisse di Joyce è un testo la cui struttura narrativa è particolarmente complessa e pertanto difficile da riassumere. L’opera di Joyce è comunque ritenuta molto simile sia per forma che per contenuto all’Odissea classica. È la puntuale descrizione della vita e dei pensieri  del protagonista lungol’arco di una giornata, suddivisa in capitoli che rimandano a precise sezioni del  poema omerico. Inizia alla mattina molto presto, con il dialogo tra due giovanotti in una torre affacciata sul mare. E finisce di notte, molto tardi, con il monologo di una donna che entra ed esce dal dormiveglia, in un tempo imprecisato e in un luogo indistinto che finiscono per coincidere con l'interiorità del lettore. Anche se in realtà sappiamo benissimo che tutto accade in una città, Dublino, minuziosamente rievocata. E in un giorno ben preciso, il 16 giugno 1904. Il Bloomsday, come lo chiamano gli appassionati dell'opera di James Joyce. Leopold Bloom, infatti, è il nome del protagonista del suo capolavoro, Ulisse, controversa riscrittura in chiave modernista dell'Odissea omerica, con l'agente di commercio Bloom al posto del re di Itaca, sua moglie Molly nel ruolo che fu della fedele Penelope e l'aspirante poeta Stephen Dedalus (parziale autoritratto dello scrittore da giovane) impegnato a ripetere le peregrinazioni del buon Telemaco.
Personaggi:
Stephen Dedalus, in cerca di suo padre, è il Telemaco della situazione.
Buck Malligan è l’amico con il quale vive Stephen, in cui si riconosce il personaggio Antinoo dell’Odissea classica.
Mr Bloom ovvero Ulisse, ebreo dublinese, si sente ancora uno straniero tra gli irlandesi. Sposato da sedici anni con una donna infedele, è l’Ulisse senza Telemaco, separato dalla sua Penelope.
Infine c’è Mrs Bloom che evoca il personaggio omerico di Penelope.

Thomas Merton
Thomas Merton (1915 – 1968) scrittore statunitense, monaco trappista dal 1941, ripercorre la teppe della sua conversione nel libro La montagna delle sette balze (1948). Altro saggio famoso: Nessun uomo è un’isola