Titolo originale: 25th hour
Nazione: Usa
Anno: 2002
Genere: Drammatico
Durata: 134'
Regia:
Spike Lee
Cast: Edward Norton, Barry
Pepper, Philip Seymour Hoffman, Rosario Dawson, Anna Paquin
Trama
Monty Brogan ha le ore contate. Infatti deve passare sette anni in
prigione è ha 24 ore di tempo per recuperare i rapporti perduti. ,
"La 25ª ora" è il primo film pensato e scritto dopo la
tragedia dell'undici settembre. Montgomery Brogan (Edward Norton),
condannato per spaccio di stupefacenti, girovaga per la città nelle
ultime sue ventiquattro ore di libertà prima di doversi recare, il giorno
successivo, in un penitenziario per scontare sette anni di prigione.
Brogan, nelle sue ultime ventiquattr'ore, è alla ricerca di risposte alle
molte domande che gli affastellano la mente. Chi è stato a tradirlo con
la narcotici? Perché non ha studiato legge all'università? Perché non
ha mollato tutto sei mesi prima, riciclando tutti i soldi già guadagnati
in qualche redditizio fondo di investimento? Come sfuggire alla terribile
sorte che lo attende in galera? Domande che rimangono tali negli occhi
amareggiati del padre, nelle pieghe del magnifico corpo di Naturelle, la
sua ragazza, nell'espressione di compatimento dei suoi amici di infanzia
Jacob e Francis. Risposte che, forse, trova solo nello sguardo duro e
minaccioso di Zio Nikolai, il mafioso russo per il quale Brogan spacciava
la merce. Domande e risposte che rimbalzano nei dialoghi degli amici di
Brogan che finiscono per fare propri gli interrogativi e le ansie
dell'amico.
Commento
Il titolodel film definisce in maniera chiara il tempo del
racconto: 24 ore, allo scadere della quale dovrà scoccare l’ora fatale.
Questo tempo del racconto ha una valenza simbolica ), specialmente se il
tempo del racconto è molto stretto (richiama altri film: I
tre giorni del Condor, Mezzogiorno di
fuoco, Cleo dalla cinque alle sette.
Anche Ulisse di
James Joyce racconta la storia di un uomo che gira per Dublino per
24 ore; tra questo libro e il
film ci sono moltissime analogie)
Quella giornata che riassume
tutta la vita del protagonista si svolge tutta
a New York, che è non solo il simbolo dell’America, ma anche il
simbolo della civiltà occidentale. Se teniamo presente
questo capiamo che questa non è una storia di un uomo particolare
particolare, ma una storia universale
Questo film non è dunque un banale racconto di cronaca, ma è un racconto
costruito in modo da essere un racconto universale, che ci riguarda un
po’ tutti; non a caso nella seconda sequenza del film, quella dei titoli
di testa (la prima è il prologo), il regista ci fa vedere il luogo delle
due torri cadute nella tragedia
dell'undici settembre (un fascio di luce sostituisce le due torri che non
ci sono più). È vero che il luogo è New York, ma questo film parla
dell’occidente, della civiltà dell’occidente, della vita di ciascuno
di noi, del senso e del significato della vita di ciascuno di noi. Dietro
il vagabondaggio del protagonista in queste 24 ore Questo film è da molto
ritenuto il migliore del 2003.
Il regista Spike Lee (a
volte anche attore) è afro-americano, cioè un regista di colore, che qui
per la prima volta sceglie come protagonista di un suo film un uomo
bianco. Aveva esordito con un film brillante, intitolato Lola
Darling; di lui i
critici avevano scritto che era nato il
Woody Allen di colore. Poi invece il cinema di Spike Lee diventa un
cinema crudele, feroce, aggressivo (Fai la cosa
giusta, racconto la violenza di una società che non sa più
amministrarsi, non sa più contenersi, che non sa più controllarsi). In
questo film manca questa ferocia. Il racconto è dolente,
ma ci appare composto, quasi classico. Non poteva che essere così
per un film che non vuole parlare solo dell’America e della società
americana, ma vuole parlare
del destino dell’uomo e del senso di questo destino.
Il film è giocato quasi tutto sullo sguardo del cane (la macchina da presa è al livello
del cane, le inquadrature sono inquadrature soggettive dal punto di vista
del cane). La prima sequenza, il prologo del film,
che ci dà la leggenda del “buon samaritano”, una delle poche
buone azioni che vengono compiute nel
film, è raccontata
attraverso lo sguardo dell’animale. Anche questo è un simbolo forte nel
linguaggio cinematografico,
nella tradizione del cinema: quando il racconto viene visto attraverso
l’occhio di un animale è sempre un racconto sconsolato, pessimista,
come a dire che la condizione umana è inferiore, più dolente, più
dolorosa di quella dell’animale. -
( si veda: a) il film di Bresson
Au hazard balthazar : tutta la
vicenda è vista con gli occhi di un asino, l’asino sembra possedere nel
suo sguardo una saggezza e marca una distanza da una condizione, quella
umana, che gli sembra ancora più piagata della sua – b) il film
di Chaplin: Il circo: anche qui tutta la
vicenda è guarda attraverso l’occhio di un animale: ora l’occhio di
un cavallo, ora l’occhio di aggressive scimmiette). Se un film porta in
sé lo sguardo di un animale vuol dire che il suo racconto sarà
pessimista, sconsolato Ci viene in mente
Il canto notturno di un pastore errante nell’Asia del
Leopardi, dove la condizione umana viene vista inferiore a quella degli
animali, più sofferta, perché l’uomo è dotato di coscineza. Il cane
su cui si pare il film fa venire in mente un altro cane su cui si apre il
film, degli anni 50, Il posto della fragole
di Bergman: anche lì c’è un prologo, anche lì si racconta un viaggio
che dura una giornata; però il cane (una cagna, per la verità, gravida
per giunta) ,che è vicino al professore in quel viaggio di una giornata, passerà dall’egoismo ad un primo timido altruismo, ad un
primo timido senso dell’altro. In questo film
invece c’è un cane ferito: Spike Lee sembra dire che non solo lo
sguardo animale ci porta dentro al racconto, ma
che questo animale è un animale ferito.
Apparentemente il film non è nuovo; non è la prima volta che vediamo
raccontare nel cinema americano la fine del sogno americano, la fine
dell’innocenza americana: il sogno americano
che ha accompagnato la storia degli Stati Uniti, dall’origine
fino agli anni 60. L’America si credeva innocente e per questa innocenza
assoluta si sentiva salvifica; è con questa logica che interviene nella
prima e nella seconda guerra mondiale. Un intellettuale americano, Thomas
Merton, un frate trappista, scriveva in un suo libro che “l’America
è un paese che si è creduto a lungo senza peccato originale”. Dove
avviene la scoperta di avere
il peccato originale? Merton (e
anche tanto cinema americano: Apocalypse Now)
ci dice che
questa scoperta avviene nelle risaie del Viet Nam, dove questo
popolo sempre vincitore,
presunto salvatore, si accorge di avere sopra di sé una macchia,
un peccato originale. Nei film americani degli anni 60 (Piccolo
grande uomo, Soldato blu) non c’è
più l’America innocente delle grandi mitologie, c’èl’America
dolente, che scopriva il proprio passato e che scopriva che il sogno non
era più praticabile. Qual è questo sogno? Il sogno che racconta il padre
alla fine di questo film:
il padre parla di un lieto fine, (cioè il sogno americano): “non importa, si
può ricominciare daccapo, faremo un viaggio, non sai quanto è grande
l’America, l’America è un paese meraviglioso, andiamo ad ovest, verso
gli spazi aperti – la mitologia western). Il padre alla fine è il
diavolo tentatore nel deserto, tenta il protagonista, gli dice
“scappiamo”, cioè lo invita a tornare a sognare: “non è vero che
non siamo più innocenti, si può ricominciare”. Ma il padre è un
diavolo tentatore e proprio per
questo con quel personaggio/padre il
regista vuole dirci che quel sogno non è più praticabile: bisogna
accettare la propria pena, bisogna andare in galera, il viaggio non porta
alla Terra Promessa, negli orizzonti sconfinati del west, ma in uno spazio
schiuso, nel carcere, un tomba. Il viaggio
reale descritto nel film ha invece la dimensione della Via Crucis.
Anche nel film di Martin Scorsese Gangs of New
York vediamo che la civiltà americana non nasce nell’innocenza, ma nasce
dalla violenza dalla barbarie; in quel film, che pure denuncia la fine del
sogno americano, c’è un mito che continua ed è il mito
dell’individuo, della forza dell’individuo, della capacità redentive
dell’individuo: l’America può essere sporca, può aver perso la
propria innocenza, ma l’individuo ha ancora davanti alla salvezza.
Questo film invece aggiunge
un appunto nuovo e sconsolato: “no, non c’è salvezza nemmeno per
l’individuo, se crolla una civiltà,
se crolla una società (le due torri), crolla anche l’individuo,
se non c’è speranza per la storia non c’è speranza nemmeno per
l’individuo. È questa la durezza del film
Il protagonista in qualche
modo vive dentro una sua
Via Crucis, è una
figura cristologica (un uomo tradito e venduto , la croce finale che
vediamo sulla strada dentro il sogno del padre, il tema del deserto, il
pestaggio finale equivalente ad una flagellazione, il padre come
diavolotentatore). Certo è un Gesù rovesciato; per lui non c’è
nessuna redenzione (quando Monty Brogan va in bagno durante la visita al
padre davanti allo specchio lancia le contro-beatitudini; invece di “Beati
quelli…”, dice “Maledetti…”). Sta in questo
rovesciamento la disperazione del film.
È tutto
negativo questo film? Il
fatto che il protagonista non si rifugi più nel sogno e accetti la
perdita dell’innocenza, si assuma la colpa e quindi accetta la pena è
un fatto positivo |
Cleo
dalle 5 alle 7
Anno: 1962 - Origine: Francia / Italia - Durata:
90' - Genere: drammatico -Regia: Agnès Varda – Cast: Antoine
Bourseiller, Michel Legrand, Corinne Marchand, José-Luis de Villalonga
Cléo è una cantante che ha condotto la sua vita senza porsi troppi
problemi, viziata e vezzeggiata da quelli che la circondano. Le 2 ore del
titolo sono quelle che precedono la consegna dei risultati delle analisi
che le riveleranno se è affetta o no dal cancro. Al di là della prodezza
tecnica (l'equivalenza tra il tempo del film e il tempo dell'azione),
quest'ammirevole dramma intimista indaga sulla trasformazione della
psicologia di una donna che esce dall'egoismo e dalla frivolezza per
aprirsi alla vita, interessandosi agli altri. Bel commento musicale del
trentenne M. Legrand e bellissima la canzone "Sans toi".
Mezzogiorno
di fuoco
Anno: 1952 - Origine: Stati Uniti d'America - Durata: 84' -
Regia: Fred Zinnemann – Cast: Gary Cooper, Lloyd Bridges, Grace
Kelly, Harry Morgan, Thomas Mitchell, Katy Jurado, Lon Chaney, Lee Van
Cleef
Appena sposato, uno sceriffo si dimette, ma riprende la stella per
affrontare, solo e senza l'aiuto di alcuno, quattro banditi con cui ha un
conto in sospeso. Dopo averli eliminati, riparte con la moglie. Per
sempre. Monumento e leggenda del western. L'ingegneria narrativa e il
rigore formale s'accompagnano a un certo schematismo delle psicologie e
della tesi. Prodotto da Stanley Kramer, scritto da Carl Foreman, ispirato
al racconto The Tin Star di John Cunningham. 4 Oscar: G. Cooper,
montaggio, musiche, e alla canzone del titolo di D. Tiomkin, cantata da
Frankie Laine che era stata lanciata da Tex Ritter.
I
tre giorni del Condor
Anno: 1975 - Origine: Stati Uniti d'America - Durata: 117' - Regia:
Sidney Pollack – Cast: Faye Dunaway, Max von Sydow, Cliff Robertson,
Robert Redford, Carlin Glynn, John Houseman
Un ricercatore della CIA è l'unico superstite di una sezione di New York
dell'organizzazione, sterminata da un gruppo di sicari. Con l'aiuto di
Kathie sfugge agli assassini che lo braccano e scopre che dietro al
complotto si nasconde la CIA stessa, un suo settore deviato. Dal romanzo
di James Grady I sei giorni del Condor, sceneggiato con brio da
Lorenzo Semple Jr. e David Rayfield, è un ottimo film d'azione, sostenuto
da una suspense di timbro hitchcockiano, da dialoghi ficcanti e
soprattutto da una scrittura registica di ammirevole vigore e rigore che
fa passare le inverosimiglianze e i passaggi enigmatici dell'aggrovigliata
vicenda. Troppo programmatica la denuncia delle storture della CIA?
Dipende dai punti di vista.
Lola
darling
Anno: 1986 - Origine:
Stati Uniti d'America - Durata:
84' - Regia: Spike Lee – Cast: Spike Lee, Tommy Redmond Hicks, John
Canada Terrell, Tracy Camilla Johns, Joie Lee, Raye Dowell
Nera, bella, con tre uomini, Lola è una ragazza indipendente e
disinibita. Tenta invano di stabilire un amichevole ménage à quatre,
ma ogni uomo la vorrebbe solo per sé. Opera prima a basso costo di S. Lee,
è una commedia libertina e tutta black, girata in bianconero con
una sequenza a colori. Descrive il quadro di una piccola comunità nera
senza demagogia. Belle le musiche di Bill Lee, padre di Spike.
Fa
la cosa giusta
Anno: 1989 - Origine:
Stati Uniti d'America - Durata: 120' - Regia: Spike Lee – Cast: Spike
Lee, Frankie Faison, Richard Edson, Samuel L. Jackson, Ossie Davis, John
Turturro, Rosie Perez, Danny Aiello, Ruby Dee, John Savage
La calura è il tessuto connettivo di un'azione che si svolge dall'alba
alla notte di una torrida giornata estiva sulla Bedford-Stuyvesant a
Brooklyn, ha il suo epicentro in una pizzeria, il suo riferimento in una
stazione radiofonica e si risolve in uno scoppio di violenza. E il
3° e il più maturo film di S. Lee: costruzione drammaturgica di
ammirevole compattezza e ritmo, acuta analisi sociologica del calderone
etnico nordamericano, un lucido discorso antirazzista che non indulge alla
demagogia né ai buoni sentimenti, una colonna musicale (di Bill Lee,
padre di Spike) di forte suggestione, affetto e rispetto per i personaggi.
Gangs
of New York
Titolo
originale: Gangs of New York
- Nazione: Usa/Germania -
Anno: 2002 - Genere: Drammatico - Regia: Martin
Scorsese - Cast: Leonardo
DiCaprio, Cameron Diaz, Daniel Day-Lewis, Liam Neeson, Henry Thomas, John
C. Reilly, Jim Broadbent
Nella New York della
seconda metà del 1800, Amsterdam Vallon (Leonardo Di Caprio) vuole
sfidare Bill Poe (Daniel Day-Lewis) per vendicarsi della morte del padre
da lui ucciso. Dopo un'apertura shock, in cui le gang si scontrano e si
massacrano senza esclusione di colpi, rincontriamo il giovane
"Amsterdam" (Leonardo di Caprio) sedici anni dopo in cerca di
vendetta; suo padre il reverendo Vallon è stato ucciso durante gli
scontri da Bill il Macellaio (Daniel Day Lewis). Reinseritosi nella
comunità di Five Points, dove la legge ufficiale è solo un'utopia e
l'unica che conta è quella del più forte, Amsterdam inizia una lenta, ma
inarrestabile scalata al potere diventando il braccio destro di Bill con
il preciso intento di ucciderlo proprio durante la celebrazione della
vittoria ai danni di suo padre.
Apocalypse
Now
Anno
1979 – Durata . 153’ - Origine:
USA - Genere: guerra/azione/drammatico/avventura
- Regia: Francis Ford Coppola
– Attori: Marlon
Brando, Robert Duvall, Dennis Hopper,
Martin Sheen, Harrison
Ford
A Saigon, durante la guerra in Vietnam il capitano dei corpi speciali
Benjamin Willard riceve dai superiori l'ordine di trovare ed eliminare il
colonnello Walter Kurtz che - uscito con i suoi soldati dai ranghi
dell'esercito americano - sta combattendo una guerra personale ai confini
fra il Vietnam e la Cambogia. Scortato da alcuni uomini, Willard risale un
fiume a caccia del colonnello. Dopo varie peripezie il capitano individua
Kurtz all'interno di una sorta di reggia-tempio protetta dalla vegetazione
e da numerosi indigeni armati. Willard non sa che fare, ma è lo stesso
Kurtz che lo induce ad eseguire la condanna.
Soldato
blu
Anno: 1970 - Origine: Stati Uniti
d'America - Durata: 112' - Regia:
Ralph Nelson – Cast: Donald Pleasence, Peter Strauss, Jorge Rivero,
Candice Bergen, John Anderson
Dal romanzo Arrow in the Sun di Theodore V. Olsen: un soldato federale,
scampato a un micidiale attacco dei pellerossa, e una ragazza che ha
vissuto con i Cheyenne assistono al massacro di Sand Creek del 1864,
compiuto dalle giacche blu, nel quale morirono cinquecento indiani fra cui
donne e bambini. Aperto e chiuso con un massacro, è un western violento
che denuncia l'inferno violento delle guerre indiane, nascondendo
le sue ambizioni di apologo sul Vietnam. E famoso, o famigerato, per la
truculenta carneficina conclusiva che non esclude stupri né evirazioni.
Le copie in circolazione sono spesso alleggerite dei particolari più
raccapriccianti.
Piccolo
grande uomo
Anno: 1970 - Origine: Stati Uniti d'America - Durata: 147' -
Genere: drammatico - Regia: Arthur Penn – Cast: Dustin Hoffman, Chief
Dan George, Faye Dunaway, Jeff Corey, Aimee Eccles, Richard Mulligan,
Martin Balsam
Dal romanzo di Thomas Berger, sceneggiato da Calder Willingham: all'età
di 121 anni Jack Crabb racconta la sua vita avventurosa nel West; come nel
1859, decenne, fu rapito dai pellerossa con la sorellina e, ritornato
giovanotto tra i "visi pallidi", imparò i principi religiosi da
un pastore e il sesso da sua moglie, fino alla sua partecipazione alla
battaglia di Little Big Horne. Western anomalo e, in un certo senso,
unico, ha qualcosa del racconto filosofico francese del Settecento (non
lontano dal Candide di Voltaire) e del romanzo picaresco spagnolo. La smitizzazione
del West e dei suoi miti (bianchi) è radicale nella sua continua (e
un po' prolissa) mistura tragicomica; la simpatia per i pellerossa, il
rispetto per la loro cultura, la denuncia del loro genocidio non scadono
quasi mai nel (melo)dramma didattico. Hoffman allo zenith del suo
fregolismo istrionico.
Il
posto delle fragole
Anno: 1957 - Origine: Svezia - Durata: 91' - Regia: Ingmar Bergman
– Cast: Max von Sydow, Bibi Andersson, Victor Sjostrom, Gunnar
Bjornstrand, Folke Sundquist, Ingrid Thulin
Un
vecchio medico parte in auto con la nuora, carica una coppia di
autostoppisti, va a trovare la vecchissima madre, arriva all'università
di Lund dove si festeggia il suo giubileo, il 50 anniversario della sua
attività professionale. Alle vicende del viaggio si alternano sogni,
incubi, ricordi che si fanno parabola sulla morte nascosta dietro le
apparenze della vita. "... non avevo capito che V. Sjostrom si era
preso il mio testo, l'aveva fatto suo e vi aveva immesso le sue
esperienze... Si era impadronito della mia anima nella figura di mio padre
e se ne era appropriato..." (I. Bergman). E, forse, il più alto
risultato di Bergman negli anni '50. Orso d'oro al Festival di Berlino
1958 e molti altri premi. Il grande regista e attore Sjostrom (1879-1960)
morì 3 anni dopo le riprese.
Il
circo
Anno: 1928 - Origine: Stati Uniti d'America - Durata: 72' - Regia:
Charles S. Chaplin – Cast: Charles S. Chaplin, Allan Garcia, Merna
Kennedy
Disoccupato, inseguito da un poliziotto, Charlot trova rifugio e lavoro in
un circo come clown (involontario) e s'innamora della cavallerizza. Pur
nella ricchezza delle invenzioni comiche (Charlot sulla corda, assalito
dalle scimmie; il baraccone degli specchi, ecc.), appare un riepilogo di
motivi già sfruttati, ma approfondisce, con tristezza struggente, la
dimensione sentimentale del suo personaggio di reietto. ("Un debole
omino calpestato/ da Los Angeles a qui/ recita attraverso gli
oceani..." V. Majakovskij.) Quando, però, il film che lo stesso
autore non teneva tra i suoi più riusciti ritornò in circolazione negli
anni '60, in una nuova edizione musicata dallo stesso Chaplin, esso incantò
un'altra generazione di spettatori. Non a caso Federico Fellini lo
adorava.
Au
hasard Balthazar
Anno: 1966 - Origine: Francia - Durata: 90' - Regia: Robert Bresson
– Cast: Francois Lafarge, Pierre Klossowski, Philippe Asselin, Anne
Wiazemsky
Vita, patimenti e morte dell'asino Balthazar, vittima della malvagità
umana nella campagna francese, in parallelo con l'esistenza, altrettanto
infelice, di Maria, la sua prima padroncina. Una delle vette del cinema, e
della visione pessimistica del mondo e dell'umanità, di Bresson che ha
come punti di riferimento letterario Bernanos e Dostoevskij: è un mondo
senza la Grazia osservato dall'occhio obiettivo di un asino; una
riflessione cristiana (giansenista?) sull'esistenza del male; un viaggio
sconvolgente attraverso i vizi umani narrato con un linguaggio spoglio e
una concretezza che lascia parlare la realtà (le sue immagini) senza
emettere giudizi. Lo scrittore Klossowski v'interpreta il mercante di
grano. Esordio di A. Wiazemsky, futura interprete di Godard.
Spike
Lee
Filmografia
Ten minutes older - the
trumpet
- Anno 2002 (Regia con Wim
Wenders , Chen Kaige , Jim Jarmush , Victor Erice , Aki Kaurismaki)
La
25a ora
- Anno 2002
Bamboozled
-
Anno 2000
He Got Game
- Anno1998 (anche
sceneggiatore)
Girl 6 - Sesso in linea
(regista,attore) Spike Lee 01
gennaio 1996 (anche attore)
Bus - In Viaggio
-Anno 1996
Quando eravamo re
- Anno1996 (solo attore)
Clockers -Anno 1995
Crooklyn Anno1994
(anche attore)
Malcolm X
- Anno1992 (anche attore)
Jungle Fever
- Anno 1991 (anche attore)
Mo' Better Blues
- Anno1990 (anche attore)
Fa' la cosa giusta
- Anno 1989 (anche attore)
Aule turbolente
- Anno 1988 (anche attore)
Lola Darling
- Anno1986 (anche attore)
Ulisse
di James Joyce
James Joyce
James Joyce (1882 – 1941), scrittore irlandese, una delle più
significative figure della letteratura europea del XX sec. Opere: Gente di
Dublino, Ritratto dell’artista giovane, Ulisse
L’Ulisse
di Joyce è un testo la cui struttura narrativa è particolarmente
complessa e pertanto difficile da riassumere. L’opera di Joyce è
comunque ritenuta molto simile sia per forma che per contenuto
all’Odissea classica. È la puntuale descrizione della vita e dei
pensieri del protagonista
lungol’arco di una giornata, suddivisa in capitoli che rimandano a
precise sezioni del poema
omerico. Inizia alla mattina molto presto, con il dialogo tra due
giovanotti in una torre affacciata sul mare. E finisce di notte, molto
tardi, con il monologo di una donna che entra ed esce dal dormiveglia, in
un tempo imprecisato e in un luogo indistinto che finiscono per coincidere
con l'interiorità del lettore. Anche se in realtà sappiamo benissimo che
tutto accade in una città, Dublino, minuziosamente rievocata. E in un
giorno ben preciso, il 16 giugno 1904. Il Bloomsday, come lo chiamano gli
appassionati dell'opera di James Joyce. Leopold Bloom, infatti, è il nome
del protagonista del suo capolavoro, Ulisse, controversa riscrittura in
chiave modernista dell'Odissea omerica, con l'agente di commercio Bloom al
posto del re di Itaca, sua moglie Molly nel ruolo che fu della fedele
Penelope e l'aspirante poeta Stephen Dedalus (parziale autoritratto dello
scrittore da giovane) impegnato a ripetere le peregrinazioni del buon
Telemaco.
Personaggi:
Stephen Dedalus,
in cerca di suo padre, è il Telemaco della situazione.
Buck Malligan
è l’amico con il quale vive Stephen, in cui si riconosce il personaggio
Antinoo dell’Odissea classica.
Mr Bloom
ovvero Ulisse, ebreo dublinese, si sente ancora uno straniero tra gli
irlandesi. Sposato da sedici anni con una donna infedele, è l’Ulisse
senza Telemaco, separato dalla sua Penelope.
Infine c’è Mrs Bloom che evoca il personaggio omerico di
Penelope.
Thomas
Merton
Thomas
Merton (1915 – 1968) scrittore statunitense, monaco trappista dal 1941,
ripercorre la teppe della sua conversione nel libro La montagna delle
sette balze (1948). Altro saggio famoso: Nessun uomo è un’isola |